ANNO 14 n° 118
La sassata Comune, l'uovo di Colombo? Serra vicesindaco (magari)
di Arnaldo Sassi
01/02/2016 - 10:51

di Arnaldo Sassi 

Ve lo ricordate l’uovo di Colombo? E’ un aneddoto popolare, diffuso come modo di dire, per designare una soluzione insospettatamente semplice a un problema apparentemente impossibile. La sua origine viene ricondotta a un evento, probabilmente falso, che ebbe per protagonista proprio il navigatore genovese.

Ebbene, dopo il suo ritorno dall'America nel 1493, Cristoforo Colombo fu invitato a una cena in suo onore dal cardinale Mendoza. Qui, alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta del nuovo mondo non sarebbe stata poi così difficile e che chiunque avrebbe potuto riuscirci se avesse avuto i suoi mezzi. Udito questo, Colombo si indignò, e sfidò i nobili spagnoli in un'impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Ognuno di loro fece numerosi tentativi, ma nessuno ci riuscì e rinunciarono all'impresa. Si convinsero che si trattava di un problema insolubile e pregarono Colombo di dimostrare come risolverlo, cosa che lui fece immediatamente: si limitò a praticare una lieve ammaccatura all'estremità dell'uovo, picchiandolo leggermente contro lo spigolo del tavolo. L'uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono, dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: ''La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto''.

Ora, questa storiella si adatta alla perfezione a quanto sta accadendo – ormai da troppi giorni – a palazzo dei Priori, dove la poltrona del sindaco Leonardo Michelini traballa pericolosamente, in quanto la coalizione di maggioranza assomiglia a un vaso cinese caduto in terra e il Pd è spaccato in due come un tronchetto di legna da ardere appena colpito dall’ascia.

Da una parte - ormai è storia nota - ci sono i moderati, ovverossia quella misticanza di ex democristiani, centristi della prima e dell’ultim’ora, nonché i fuoriusciti dalla variegata destra; mentre dall’altra si distinguono gli ex comunisti, ovverossia quelli che fanno parte della sinistra dura e pura. E a capeggiare questi ultimi c’è il capogruppo del Pd in consiglio comunale, ovverossia quel Francesco Serra (che si è sempre professato renziano, ma che con Renzi ha sempre meno a che vedere), che nel 2013 fu battuto alle primarie proprio dall’attuale sindaco.

Ora, senza farla tanto lunga, è accaduto che Serra e altri sei consiglieri comunali del Pd hanno deciso di rinverdire i fasti dei “Magnifici sette” (glorioso film western del 1960, interpretato, tra gli altri, da Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn) firmando un documento di sfiducia a sindaco e giunta, accusati di non aver combinato nulla di buono (o quasi) in questi quasi tre anni di mandato. Un giudizio che ha sicuramente un fondo di verità, ma che forse è più figlio di beghe politiche intestine (leggi: lotta di potere all’interno del partito). Fatto è che ormai da troppo tempo palazzo dei Priori vive nell’immobilismo più completo, in quanto si sta cercando disperatamente una soluzione (sono stati coinvolti nell’affaire anche i vertici romani) ma, rimanendo ognuno dei belligeranti sulle proprie posizioni, trovare la quadra è diventata ormai impresa impossibile.

Ed ecco allora che l’uovo di Colombo, se applicato, potrebbe rivelarsi efficace come il cacio sui maccaroni (magari quelli di Canepina). Giacché, per evitare il tutti a casa, basterebbe nominare assessore e vicesindaco il capo dei ''Magnifici sette'', coinvolgendolo appieno nel risollevare le sorti di un’amministrazione che lui stesso ha definito deficitaria sotto tutti i punti di vista.

Ergo, Francesco Serra al posto di Lisetta Ciambella nel ruolo di braccio destro di Leonardo Michelini. Una nomina che consentirebbe al cardiologo di San Martino di far vedere alla città e al mondo intero cosa è capace di fare. Di raddrizzare finalmente un’amministrazione asfittica e ingessata. Di darle brio e capacità per risolvere tutti i problemi insoluti. Di passare dalla protesta alla proposta. Di dimostrare che, con lui nella stanza dei bottoni, si potrà marciare uniti e compatti fino alla meta.

E’ o non è l’uovo di Colombo? Già. Ma perché a nessuna delle teste d’uovo del Pd è venuto in mente di applicarlo?





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